domenica 1 luglio 2012

Vi auguro di esservi trasformati in farfalle



Questo credo che sia un dialogo che tutti vorremmo essere in grado di avere prima della morte - nostra e degli altri. Credo che proverò a pensare a questo quando accadranno ancora cose così brutte.

Ultimamente mi è capitato spesso di pensare alla morte, soprattutto a quella dei miei cari. Anche perché, da Lévinas, ho imparato (poi, quando sarà il tempo, vedremo quanto) che può far più paura la morte delle persone che si hanno vicine piuttosto che la propria. 

Di certo fa più soffrire, perché, molto epicurianamente "Quando c'è la morte non ci sei tu", è inutile temere la propria morte di per sé. Certo, quello che si teme è più che altro la paura di quel non esserci e proprio l'angoscia della mortalità è una consapevolezza che ci spezza dentro, ma è anche quello che (almeno così dicevano prima Hegel e poi Heidegger) ci rende veramente uomini.

La nostra morte però, noi la scopriamo a partire da quella degli altri, che può avvenire silenziosamente, improvvisa, attesa, lentamente, a un'età avanzata oppure quando si è troppo giovani - come potrebbe essere la nostra del resto. Vedendo gli altri morire noi ci rendiamo conto che anche noi moriremo, un giorno, non si sa quando. 

Forse è solo perché sono giovane che penso soprattutto alla morte degli altri, piuttosto che alla mia. Perché se in generale alla mia morte non ci penso e quando ci penso mi rendo conto che alla mia morte non potrei sopravvivere, e questa certezza in qualche modo mi rassicura, credo che potrei non essere capace di reggere il dolore per la scomparsa di alcune persone che ora mi sono vicine.

C'è un tempo per ogni cosa (almeno in teoria...) e per ora mi limito a chiedermi se vorrò avere anche io un funerale con il rito cristiano, che più che un'esorcizzazione del dolore mi sembra un'esaltazione della morbosità umana. 

L'unica certezza è che vorrei restare nel cuore delle persone che mi hanno amata, anche vivere nei loro sogni se lo vorranno, e trasformarmi in qualcosa di più bello di quello che sono stata, in un qualcosa che sia leggiadro ed elegante come una farfalla, magari azzurra.


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