lunedì 19 dicembre 2011

Il piccione di Venezia


Illustrazione di Elenia Beretta
 A sei anni camminavo per i canali ammirando per la prima volta la bellezza di Venezia. La mamma mi teneva per mano e mi raccontava la storia della città; ma proprio di fronte al Ponte dei Sospiri la narrazione venne interrotta dal regalo che un piccione aveva lasciato sulla mia testolina. Subito l’amica della mamma mi aveva sorriso e con la sua cadenza napoletana era sbottata in un forte: “Non sai quanto porta fortuna!”. E, in effetti, non lo sapevo, come non lo so ancora oggi.
L’unica differenza è che crescendo mi sono accorta che ogni volta che accade qualcosa di sgradevole scatta immediato il “Credimi, porta fortuna” e questo non solo quando la cacca ti finisce in testa o quando la calpesti, ma anche in altre situazioni, come ricorda anche il detto: “Sposa bagnata sposa fortunata”. Tutta una serie di persuasioni, di modi di dire che cercano di contrastare la sfortuna che quotidianamente sembra perseguitarci: il gatto nero che regolarmente attraversa la strada, la ricorrenza di 13 e 17, la scopa che se finisce sui piedi non ti sposi più, …
La prolificazione degli eventi sfortunati rispetto a quelli fortunati è incredibile e sembra catalizzare tutte le lamentele umane, tanto che spesso si afferma: “Se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo”.
Ma che ruolo giocano sfiga e fortuna nella vita di tutti i giorni? Le due non si mostrano solo come cacche varie o ombrelli aperti nei luoghi sbagliati, ma si manifestano anche sotto forma di caso, oppure di ciò che – più romanticamente – si potrebbe chiamare coincidenza. Lampante è qui l’esempio del film Sliding doors di Peter Howitt, in cui vengono raccontate le due differenti vite che potrebbe vivere Helen a seconda che prenda o meno la metropolitana. Questo è quello che accade forse nella vita di tutti i giorni ad ognuno di noi: quante volte ci si stupisce infatti di eventi o fatti che potenzialmente non sarebbero potuti accadere ed eppure così è stato? Tanti successi quanti fallimenti si radicano nel fattore fortuna/sfortuna ed al punto che, come scrive Marcela Serrano: “Nella vita, l’unico modo per non farsi cogliere impreparati dal destino e non lasciarselo scappare è tenere d’occhio le coincidenze che ti presenta”.
 
Direttamente da CTRL magazine.

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