lunedì 25 novembre 2013

Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne: contro gli stereotipi nella pubblicità


In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne, voglio proporvi di guardare un video fatto da alcuni studenti dell'Università di Saskatchewan in Canada.

Messo in linea lo scorso aprile come risultato di un corso dove gli studenti si sono dovuti interrogare sulla rappresentazione di genere nella pubblicità, il video denuncia gli stereotipi misogini presenti nelle pubblicità e ha già superato i 2 milioni di visite su YouTube. 

Gli stereotipi che riguardano le rappresentazioni delle donne nella pubblicità - denudate, sottomesse e spesso stupide - e quelle degli uomini - virili, forti e dominatori - non sono di certo una novità dei nostri giorni - come provato anche dalle pubblicità presentate nel video -, ma quello contro cui i tre studenti candesi, Sarah Zelinski, Kayla Hatzel e Dylan Lambi-Raine, puntano il dito, è il legame tra le immagini veicolate dai media e la violenza sulle donne che caratterizza la nostra realtà sociale

La sessualizzazione sempre più violenta delle donne nelle pubblicità non può certo essere considerata la causa principale delle violenze sulle donne, ma, secondo questi giovani, i media giocano un ruolo importante nel modo con cui noi ci percepiamo l'un l'altro, sia dal punto di vista psicologico che fisico. Gli stereotipi proposti dalla pubblicità possono deformare il modo in cui percepiamo noi stessi e l'altro, sia che siamo uomini o donne, e modificare anche il nostro modo di agire e di essere.

Per contrastare questo fenomeno i tre studenti giocano d'ironia e propongono un'inversione di ruoli nelle pubblicità attraverso una parodia dei cliché che considerano devianti, trasformando le pubblicità in immagini ridicole ma, a mio giudizio, molto efficaci. L'idea che si trova alla base di questa inversione è che sia fondamentale guardare le pubblicità sempre con spirito critico, perché anche se le aziende pubblicitarie spendono miliardi per dirci come pensare, noi non dobbiamo farci "consumare dai media".



Il consiglio dei tre canadesi è più che valido, ma non credo che lo sforzo possa venire solo da parte nostra. In un mondo in cui le cifre della violenza sulle donne sono allarmanti*, credo sia di necessaria importanza allineare l'intero sistema mediatico e culturale ad una politica di rispetto di genere e che non istighi alla violenza, e non solo sulle donne.

Soprattutto in un mondo in cui paradossalmente la visibilità del video dei tre canadesi su YouTube è stata limitata per i suoi contenuti eccessivamente sensuali. Eppure... non è nient'altro che pubblicità!

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*In Canada, più di 3.000 donne vivono in situazioni precarie per sfuggire alle violenze domestiche e il 50% di donne di più di 16 anni sono state vittime almeno una volta di violenze sessuali o di attacchi fisici. Ogni sei giorni una donna è uccisa in Canada dal suo compagno e ogni 17 minuti una donna è violentata. 
In Italia, ogni due giorni e mezzo viene uccisa una donna e si stima che circa 7 milioni di donne, tra i 16 e i 70 anni, siano state vittime di abusi fisici o sessuali e circa un milione abbia subito stupri o tentati stupri. Circa il 34% delle donne ha subito violenza per mano del proprio partner, e il 24% di queste non lo ha mai denunciato.

sabato 9 novembre 2013

Che cosa potete acquistare con #1dollar?


I social networks non sono solo un luogo di informazione, di aggregazione e di condivisione di esperienze, essi possono rappresentare anche un buon mezzo per raggiungere le persone con un messaggio e cercare di sensibilizzarle ad alcuni temi di carattere sociale.

Un esempio è la campagna partecipativa #1dollar lanciata recentemente su Twitter dalla Banca Mondiale e che ha proposto agli internauti di tutto il mondo di rispondere alla seguente domanda: che cosa potete acquistare con un dollaro?

Con questa domanda, la Banca Mondiale ha deciso di sensibilizzare rispetto al tema della povertà che colpisce molti paesi nel mondo e che costringe quasi 1,2 miliardi di persone a vivere con l'equivalente di un dollaro (0,73 euro) al giorno.

Nel quadro di questa iniziativa, gli utilizzatori del social network sono invitati a postare una foto di quello che si può acquistare nel proprio paese con un dollaroDal lancio dell'operazione, lo scorso 9 ottobre, le foto su Twitter hanno cominciato ad arrivare da tutto il mondo e questa operazione simbolica ha così permesso di mettere in luce le disparità nel livello di vita nel mondo, ma, soprattutto, di rendere cosciente la popolazione mondiale che più di un miliardo di persone vivono con meno di un dollaro al giorno.

Per accompagnare questa campagna su Twitter, la Banca Mondiale ha anche attivato la petizione Zero Poverty che ha come fine quello di ampliare i programmi di lotta contro la povertà nel mondo.

L'obiettivo della Banca Mondiale è di lottare contro la povertà e ottenere dei risultati duraturi, che ne dite, l'aiutiamo anche noi? Per cominciare, basta un tweet.
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